Dalla mastoplastica additiva, riduttiva o ginecomastia, proviamo ad accennare qualcosa sugli interventi più richiesti degli ultimi anni da uomini e donne.
La mastoplastica additiva è quell’intervento chirurgico volto ad aumentare il volume del seno, ridurre delle asimmetrie o ricostruire una mammella asportata in seguito all’insorgenza di tumore. Le candidate ideali all’intervento sono donne che hanno superato il diciottesimo anno di età, in primis perché si ritiene compiuto il ciclo di sviluppo della ghiandola mammaria ed in secondo luogo perché per la legge italiana è un intervento vietato alle minorenni.
Per quanto questo intervento sia considerato di routine, in realtà è molto complicato stabilire quali strategie adottare sia in termini di scelta della protesi, sia per quanto riguarda il tipo di incisione da effettuare per inserirle. Parliamo della pianificazione pre operatoria la fase più delicata dell’intervento a cui il Dott. Domenico Campa tiene particolarmente per la piena soddisfazione della paziente. È importante capire quali sono i desideri di chi si sottopone a tale intervento, offrendo consigli e illustrando il procedimento e il tipo di protesi che verranno utilizzate, nonché cosa aspettarsi nei mesi successivi. Il Dottor Campa nei suoi Studi di Napoli e Roma oltre che Salerno e Caserta riceve le pazienti per valutare dal vivo l’eventuale intervento di mastoplastica additiva.
Il termine “additiva” sta a significare che per l’aumento volumetrico delle mammelle c’è bisogno di inserire delle protesi che possono essere tonde o a goccia. Solitamente sono riempite di gel di silicone totalmente anallergico e difficile da rigettare e possono avere superficie liscia o rugosa detta testurizzata. Queste ultime sono le più utilizzate al momento perché riducono al massimo il rischio di contrattura capsulare.
Tendenzialmente si scelgono le protesi lisce quando il posizionamento avviene sotto il muscolo, mentre si scelgono le ruvide quando si decide di collocarle sopra il muscolo ma sotto la ghiandola mammaria.
I tipi di posizionamento delle protesi mammarie:
posizionamento sottoghiandolare: in questo caso viene separato il pettorale dalla ghiandola mammaria creando una tasca nella quale verrà poi alloggiata la protesi. Questo sistema ha il un decorso postoperatorio più veloce e inoltre consente un controllo ottimale della forma della mammella.
Posizionamento dual plane: consiste consiste nel posizionare la protesi solo dietro al muscolo grande pettorale, senza toccare gli altri muscoli della parete toracica. Si lascia quindi la parte inferiore della protesi libera, in posizione retro ghiandolare. Questa procedura ha molti vantaggi, quali la ridotta visibilità dei bordi della protesi, la possibilità di ottenere una forma estremamente naturale sia con protesi anatomiche (a goccia) sia rotonde, un post operatorio non doloroso (come avveniva in passato con la tecnica retro muscolare) e non ultima la facilità di esecuzione di esami diagnostici, come la mammografia.
posizionamento sottomuscolare: è un intervento più complesso raccomandabile nelle pazienti con pelle molto sottile che consente una ridotta visibilità e palpabilità dei margini della protesi. Prevede la dissezione del grande pettorale che fa come da bretella a reggere la protesi posizionata comunque dietro la ghiandola mammaria, ma più in profondità. Questa soluzione ha un decorso operatorio più lungo così come il ritorno alle attività sportive anche leggere. Ormai è stato sostituito quasi del tutto dalla tecnica dual plane
La scelta della sede di incisione è già stata pianificata prima dell’intervento dipendendo dalla situazione anatomica locale (definizione del solco sottomammario, dimensioni dell’areola), ma anche dal tipo e dalle dimensioni della protesi scelta.

E la mastoplastica riduttiva?
La mastoplastica riduttiva è un intervento che consente di ridurre un seno eccessivamente voluminoso. I candidati non sono solo donne, ma anche gli uomini affetti da ginecomastia.
Un seno abbondante non sempre stuzzica l’immaginario erotico, ma può arrivare a creare problemi fisici e psichici notevoli in una donna, oltre che a dolori di varia specie a volte altamente invalidanti.
L’intervento di riduzione del seno non agisce sulla parte muscolare, ma solo su ghiandola e cute, pertanto esso è poco doloroso. La durata media dell’intervento si aggira intorno ai 45 minuti, avviene in anestesia locale e sedazione endovenosa o totale a seconda dell’entità del caso. Le incisioni eseguite sono 2: attorno all’areola e lungo la piega sottomammaria. Segue la riduzione del tessuto mammario (ghiandolare + adiposo) e quindi di quello cutaneo (l’incisione a t invertita viene eseguita solo nei casi di seno oltremodo abbondante). L’areola di solito viene anch’essa ridimensionata.
Quando questo tipo di intervento non ha una finalità meramente estetica, ma ne ha una prevalentemente una “funzionale”.
Se vuoi conoscere di più sulla mastoplastica additiva o riduttiva, contatta il Dott. Domenico Campa per un consulto nei suoi studi di Napoli, Caserta, Salerno e Roma
Pubblicato il 1 maggio 2020